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Regola # 1 : Fissare Obiettivi Chiari

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   Fissare obiettivi chiari 

Non tutti abbiamo gli stessi budget di spesa e di risparmio, le stesse esigenze e gli stessi obiettivi nella vita. Quali sono i tuoi? Te lo sei mai chiesto? Questo è un aspetto di fondamentale importanza perché spesso, molto di noi, non pianificano (in modo puntuale) con chiarezza e precisione i propri obiettivi. Questo è un concetto che vale per qualsiasi cosa nella vita ma quando si parla di investimenti e ancora più importante fissarne uno ben definito e chiaro da raggiungere!

Avere un obiettivo, infatti, è il primo passo per il suo raggiungimento. Mi rendo conto che potrebbe sembrare una frase scontata ma è la verità! Se non lo hai ancora fatto, seguendo CheFinanza, avrai la possibilità di ricevere continuamente spunti interessanti per aiutarti a chiarire le idee su come fissare un obiettivo ben specifico, coerente con le tue aspettative e soprattutto su come raggiungerlo.

Ti faccio un esempio, lo sapevi che, se investissi 270 euro al mese, grazie al concetto dell’interesse composto (ovvero degli interessi che nel tempo generano a loro volta altri interessi), considerando un rendimento annuale del 6%, in 40 anni, potresti accumulare un capitale che supererebbe i 500.000 euro?! Non male no? Beh, non scherzo, è proprio cosi, quindi cosa aspetti?

Inizia a fissare subito il tuo obiettivo e ricorda che questo è il PRIMO PASSO da attuare per un investimento consapevole. Scopri in base alle tue esigenze e alle tue risorse finanziarie quale potrebbe essere il tuo obiettivo.  Pulsante con scritto scoprilo subito.

Regola # 2 : Pianificazione temporale dell'investimento

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                                                                                                        Pianificazione temporale dell’investimento

Ognuno di noi, in base alla propria età e alle proprie esigenze, può avere a disposizione differenti orizzonti temporali su cui pianificare un investimento. Questo è un aspetto molto importante da precisare per poter scegliere gli strumenti finanziari che si adattino al meglio alle diverse durate su cui ogni investitore può puntare.

È naturale che, se si ha a disposizione una durata lunga, ad esempio, tra i 5 e i 10 anni, si potrà guardare con più tranquillità un investimento di tipo azionario, o comunque più rischioso ma potenzialmente più redditizio.

Di contro, se si considera un orizzonte temporale breve (12 mesi), o comunque una situazione in cui un investitore potrebbe trovarsi in qualsiasi momento con l’esigenza di dover ritirare le somme investite, anche con poco preavviso, è necessario puntare su tipi di investimento nettamente differenti e soprattutto meno rischiosi.

E tu? Che durata hai a disposizione per i tuoi investimenti? Prediligi una strategia di lungo periodo o di breve? Le risposte a queste domande sono fondamentali e rappresentano il SECONDO PASSO da compiere verso un investimento consapevole.

Regola # 3 : Ponderazione del rischio

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                                                                                                                   Ponderazione del rischio

Dopo aver fissato un obiettivo chiaro in termini di budget a disposizione e rendimento atteso e dopo aver stabilito l’orizzonte temporale da dedicare al nostro investimento, un’altra variabile molto importante da considerare è il rischio che si è disposti a tollerare. Questa è una componente da non sottovalutare perché una valutazione errata di questo aspetto potrebbe comportare il non raggiungimento dell’obiettivo o addirittura, il risultato opposto (continua a leggere e scoprirai perchè!).

Il rischio è il rendimento sono due facce della stessa medaglia, all’aumentare del primo, aumenta anche il secondo e viceversa. Nella speranza di attuare rendimenti più elevati si potrebbe essere portati a effettuare investimenti più rischiosi di quelli effettivamente sopportabili e questo errore di valutazione potrebbe risultare fatale. Si potrebbe infatti raggiungere esattamente il risultato opposto di quello sperato.

Una persona con una propensione al rischio ridotta, infatti, nel caso in cui attuasse un investimento più rischioso di quello che in realtà sarebbe disposto a tollerare, e quindi non in linea con il suo profilo, potrebbe trovarsi a non gestire in modo corretto eventuali fluttuazioni più marcate del mercato. Una situazione come questa potrebbe spingere l’investitore ad uscire dall’investimento nel momento sbagliato concretizzando una perdita, per il semplice fatto di trovarsi in una situazione non gestibile dal punto di vista emotivo.

Uno strumento con quotazioni molto fluttuanti (volatile), come ad esempio un titolo azionario, potrebbe infatti portare l’investitore a vendere prematuramente il titolo in perdita, senza considerare che, in un momento diverso avrebbe potuto permettere a quest’ultimo di conseguire un guadagno anche elevato. Ti voglio mostrare un esempio concreto ponendo a confronto due diversi profili di investitori in relazione ad uno stesso investimento. Il titolo azionario che voglio prendere in esame è uno molto discusso negli ultimi tempi, mi riferisco a Tesla Inc.

                                       INVESTITORE A

                                            

Mario è un investitore che non vuole assumersi un rischio eccessivo e che è abituato a investire i suoi soldi in strumenti a basso rischio come i BTP o altri titoli di Stato. Si accontenta di guadagni contenuti perché rischi troppo elevanti non fanno al suo caso. Sull’onda dell’entusiasmo, però, lasciandosi convincere dalle diverse pubblicità presenti sul web che decantano investimenti facili e profittevoli, decide di investire 10.000 euro in azioni Tesla a inizio febbraio 2020. Come tutti sappiamo, a causa della pandemia, in meno di due mesi, il suo investimento ha registrato un decremento di oltre il 40%.

La sua inadeguatezza in termini di tolleranza del rischio, nei confronti di un investimento cosi rischioso come quello azionario, lo potrebbe portare a vendere il titolo. Con l’idea di limitare le perite, a fronte di una fluttuazione del titolo non sopportabile, infatti, Mario decide di vendere il titolo.

A questo punto ti faccio alcune domande. Se Mario si fosse soffermato a priori a valutare in modo puntuale il rischio a cui si stava esponendo, avrebbe comunque deciso di effetuare un investimento così rischioso? Si sarebbe lo stesso fatto influenzare dalla speranza di generare rendimenti più elevati rispetto ai soliti investimenti (più prudenti) che era abituato a compiere?

In ogni caso, così facendo, Mario ha raggiunto esattamente il risultato opposto. Vedendo la quotazione del titolo Tesla diminuire così tanto, e decidendo di vendere il titolo, anziché conseguire i rendimenti elevati sperati, è rientrato in possesso di poco più della metà dei soldi investiti solo due mesi prima!

    

 

                                           INVESTITORE B

                                                

Francesco è un investitore propenso al rischio, è consapevole che non esistono guadagni facili e immediati. Sa bene che per avere redimenti superiori è necessario alzare l’asticella del rischio ed è consapevole che lungo il cammino potrebbero presentarsi fasi di forte guadagno ma anche di elevati decrementi di valore (nota bene che non ti parlo mai di perdita o di guadagno in questi casi perché fin quando non si vende effettivamente il titolo, non si può parlare di profitto o di perdita). Questa consapevolezza nei confronti di un rischio ben calcolato fa la differenza e non deve mai essere sottovalutata, era proprio questo a cui mi riferivo prima!

Francesco decide di acquistare il titolo Tesla Inc. nello stesso periodo di Mario, investendo anche lui 10.000 euro. Dopo meno di due mesi, a causa della pandemia, anche Francesco vede il suo investimento quasi dimezzarsi.

È proprio in questo momento che la consapevolezza di un rischio calcolato e la capacità, da parte di Francesco, di gestire l’emotività e ragionare razionalmente, non gli fanno prendere la stessa decisione del povero Mario.

Francesco, infatti, era conscio che l’investimento che aveva deciso di effettuare sarebbe stato oggetto di diverse fluttuazioni nel corso del tempo. Questa scelta, ad oggi, si è rilevata decisiva in quanto, il suo investimento di 10.000 euro effettuato il 7 febbraio 2020, vale quasi il 300% in più. Si hai capito bene. Vedi il grafico qui sotto per vederlo con i tuoi occhi. E si, hai capito bene, i 10.000 euro di Francesco, ora sono diventati quasi 40.000!

      

                                                   Tiriamo le somme

Mario

Investitore avverso al rischio.
Investe 10.000 euro in azioni Tesla, un titolo con un rischio più elevato rispetto a quello da lui sostenibile.

In due mesi, a causa della sua emotività e della sua incapacità di gestire un rischio troppo elevato per il suo profilo, consegue una perdita di più di 4.000 euro.

Francesco

Investitore propenso al rischio.
Investe 10.000 euro in azioni Tesla, un titolo con un rischio in linea con la sua propensione al rischio.

Dopo due mesi, quando il titolo è in perdita, non vende. Riesce a gestire in modo razionale la situazione forte della sua scelta consapevole.

Ad oggi, a poco più di un anno dal giorno del suo investimento, se decidesse di vendere, conseguirebbe un guadagno di quasi 30.000 euro.

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In conclusione, dunque, si può dire che una corretta valutazione del rischio sia il fattore più delicato da analizzare, nonché il TERZO PASSO da compiere verso un investimento consapevole.

Se non lo hai ancora fatto, fai subito il questionario per capire che investitore sei. A scoprirlo ti aiutiamo noi!

Regola # 4 : Diversificazione del portafoglio

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Diversificazione del portafoglio

Dopo aver fissato un obiettivo chiaro, deciso l’orizzonte temporale del tuo investimento e valutato accuratamente il rischio che si è disposti a tollerare, l’ultimo passo da compiere è attuare una corretta diversificazione. Innanzitutto, ti voglio chiarire da subito che, con la parola portafoglio, in finanza, si intende un insieme di più titoli detenuti da un singolo investitore. Il principio è molto semplice, quante volte avrai sentito la famosa frase “Mai mettere tutte le uova nello stesso paniere“? Beh, questa esprime perfettamente il concetto base di diversificazione. Quando si parla di investimenti, infatti, è sempre sconsigliato concentrare tutto il nostro capitale in un unico strumento finanziario. Il perché è facilmente intuibile in quanto una corretta diversificazione ci consente di ridurre il rischio legato ad uno specifico investimento, stabilizzandone i rendimenti. Voglio subito sfatarti un mito però, io ho usato appositamente il termine “diminuire” poiché la diversificazione ci consente di gestire il rischio, ma non di eliminarlo del tutto!

Per capire questo concetto facciamo un attimo un passo indietro e chiariamo subito che ogni investitore affronta due tipi di rischio:

  • Rischio sistemico (o rischio di mercato o rischio non diversificabile) è la porzione di rischio residuale che permane a prescindere dalla diversificazione del portafoglio. In altre parole, può essere considerato come il rischio del mercato nel suo complesso e dunque che non può essere calcolato in quanto non specifico ad una particolare azienda o industria. Le cause ad esempio possono individuarsi nelle guerre, instabilità politica, catastrofi naturali e mai così pertinente come adesso, una pandemia! Questo tipo di rischio è rappresentato dall’indicatore beta. Quest’ultimo è un coefficiente che misura la tendenza del rendimento di un investimento finanziario a variare in conseguenza di una variazione del mercato in generale.
  • Rischio specifico (o rischio diversificabile) è la porzione di rischio che può essere eliminata attraverso un’accurata strategia di diversificazione. Questa infatti, rappresenta il rischio di una specifica azienda.

A questo punto, come giustamente ti starai chiedendo, non mi resta che chiarirti come puoi ridurre o addirittura eliminare del tutto la componente di rischio specifico.

Vediamo come fare. Ti dico da subito che esistono vari modi per attuare una strategia di diversificazione. I principali sono (diversificazioni per) i seguenti:

  • Classi di investimento. È una delle più famose forme di diversificazione e consiste nel suddividere il capitale investito tra azioni, obbligazioni, materie prime, liquidità, immobili ecc.
  • Area geografica. Consente di non esporti ai rischi di una specifica area geografica, evitando di concentrare il tuo investimento in un unico mercato.
  • Settore economico. Si attua investendo in diversi settori quali energia, telecomunicazioni, servizi finanziari ecc.
  • Stile di investimento. Questa modalità di diversificazione è una delle più complesse e si sostanzia, ad esempio, nella scelta di diverse tipologie di azioni, alternando società con grande potenzialità e con elevati tassi di crescita (azioni Growth) a quelle solitamente di dimensioni maggiori e con utili più stabili (azioni Value)
  • Orizzonte temporale. Si tratta di selezionare investimenti con durate differenti, cercando di alternare ad esempio le scadenze dei vari titoli
  • Valuta. Con questo tipo di diversificazione si cerca di selezionare strumenti finanziari espressi in valute diverse come ad esempio azioni quotate sul mercato americano in dollari, azioni europee in euro, giapponesi in yen e così via.

Nel gergo finanziario, l’attività di selezione dei diversi strumenti finanziari che andranno a comporre un portafoglio è detta asset allocation.

In conclusione, spero di averti fatto rendere conto, quanto, un’accurata diversificazione sia un’ottima arma per ottimizzare il rapporto rischio/rendimento di un portafoglio. Questa, anche se non assicura l’assenza di perdite nel breve periodo, piò aumentare di gran lunga la possibilità di farti conseguire guadagni nel lungo periodo. Proprio per questo, una corretta asset allocation, rappresenta un tassello molto importante e il QUARTO PASSO da compiere per il raggiungimento del tuo investimento Consapevole!